Introduzione

L’obiettivo del progetto è quello di porre le basi per la ricostruzione delle storie dei festival cinematografici italiani, attraverso sia l’ideazione e l’impiego di paradigmi teorico-metodologici adeguati, sia la creazione e lo sviluppo di strumenti digitali che sostengano la ricerca e valorizzino, inoltre, l’ampio patrimonio documentale delle organizzazioni festivaliere nazionali. RIFF trae la propria rilevanza da tre principali elementi d’interesse. In primo luogo, il fatto che l’Italia vanta una delle tradizioni più ampie e diversificate per quanto riguarda l’ambito dei festival cinematografici. Già sul finire degli anni Cinquanta e con intensità crescente nel corso degli anni Sessanta e Settanta, l’Italia è stata, infatti, la nazione europea con il più alto numero di festival, mostre, rassegne ed eventi dedicati alla promozione del cinema e, specialmente, alla diffusione della cultura cinematografica. Dalle manifestazioni di Filmvideo – Mostra Internazionale del Cortometraggio di Montecatini Terme (1949) e il Film Festival Internazionale di Montagna ed Esplorazione Città di Trento (1952) al Giove Capitolino di Roma (1958), dal Festival del Cinema di Taormina (1955) al Festival del cinema di fantascienza di Trieste (1963), i festival cinematografici italiani, nella loro capillare diffusione all’interno dei territori italiani, si presentano all’occhio storico come un fenomeno di grande interesse culturale, sociale ed economico, caratterizzato, inoltre, da un elevato grado di differenziazione interna. Le storie, le agency e le reti relazionali del fenomeno festivaliero in Italia, dunque, rimangono un territorio ricco ma ancora ampiamente inesplorato. Nonostante l’indubbia centralità dei festival italiani nella cultura cinematografica internazionale, infatti, gli studi interessati a ricostruirne le storie rimangono pochi e disconnessi tra loro.

A questa ragione d’interesse spiccatamente nazionale se ne accosta una di valore scientifico-disciplinare. Gli studi dedicati alle kermesse cinematografiche, ovvero i film festival studies sono divenuti, negli ultimi due decenni, un importante campo di ricerca all’interno della storia culturale del cinema, contribuendo a stabilire un produttivo dialogo transdisciplinare con altre scienze umane e sociali. Proprio da questi studi, il progetto RIFF attinge una serie di strumenti teorici e metodologici, rifacendosi inoltre a un più ampio filone di ricerca dedicato alle condizioni materiali che sottendono la circolazione, la ricezione e la valorizzazione dei film. Tuttavia, come dimostra l’assenza di studi sistematici dedicati al panorama italiano, i film festival studies hanno trascurato, da un lato, l’elaborazione di approcci storiografici metodologicamente strutturati ed efficaci e, dall’altro, lo sviluppo di strumenti in grado di supportare la ricerca in tal senso.

L’impegno del progetto sul versante teorico-metodologico è volto, infine, a intervenire su una terza sfera d’interesse, caratterizzata da un certo grado di urgenza dell’azione, ovvero la preservazione del patrimonio documentale e memoriale dei festival cinematografici italiani. Eccezion fatta per la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, la quasi totalità dei festival italiani non dispone di risorse economiche capaci di sostenere strutture, personale e tecnologie destinati alla conservazione dell’insieme – vasto ed eterogeneo – di fonti della propria storia. Questi materiali, tra cui cataloghi, programmi di sala, note di proiezione, comunicati stampa, paratesti (biglietti, locandine e volantini), bandi di concorso, statuti e regolamenti, monografie curate e atti di convegno, hanno un comprovato valore rispetto alle storie culturali del cinema internazionale e, inoltre, alle storie politiche ed economiche dei territori che li hanno ospitati.  Ciò nonostante, tale patrimonio documentale versa generalmente in uno stato di abbandono e ciò determina sia delle serie difficoltà nell’accesso a questi materiali, sia un rischio per la loro effettiva preservazione e trasmissione futura.